Mi si chiede di dare il nostro punto di vista sui vari tipi di touch in Italia. A livello regolamentare le differenze sono minime, quasi tutte basate sulle regole FIT. Un giocatore FIT può tranquillamente giocare con le poco conosciute linee guida del Touch IRB (non esistono regole IRB vere e proprie visto che l’IRB vede il touch come propedeutico al rugby e cosi lascia spazio per avere calci, mischie ecc. dipendendo da che cosa si vuole allenare). Qualche differenza in più esiste in termini di organizzazione, ma io vorrei spiegare nel dettaglio solo le caratteristiche del nostro movimento.
Il Touch FIT è uno sport e si gioca in tutto il mondo da oltre 50 anni. Nato come una forma di riscaldamento del rugby league, è stato poi codificato con un regolamento ad hoc ed oggi vede la presenza di competizioni nazionali ed internazionali sia per club che per nazioni (Campionato Europeo, Coppa del Mondo, Trans Tasmanian Series ecc).
Il Touch FIT è una realtà consolidata che a livello mondiale vede 46 associazioni in tutto il mondo (Europa, Asia, Africa, Oceania, America del Nord e Sudamerica) per oltre 2 milioni di atleti (solo in 2 o 3 paesi del mondo esistono altri tipi di Touch, più o meno codificati oltre a quello Fit)
Il Touch FIT (che a volte viene accompagnato dalla parola rugby, soprattutto in Europa) è quindi uno sport a tutti gli effetti. Appartiene alla famiglia degli sport giocati con la palla ovale, viene praticato da rugbisti e non e come tale viene gestito.
In moltissimi paesi le Associazioni di Touch FIT collaborano con le Rugby Union locali con grande successo (Galles, Scozia). In Italia, la nostra Associazione a lavora stretto contatto con molti club di rugby (Colorno, Modena, Velate, Treviso, Alpago, Cus Milano per esempio)
Questo perché alla comunità del Touch FIT è riconosciuta professionalita e affidabilità: tecnici e arbitri tengono regolarmente corsi di aggiornamento, riconosciuti al livello internazionale, gli organizzatori dei tornei (tutti volontari) hanno pluriennale esperienza e dal punto di vista della sicurezza siamo molto attenti: richiediamo la visita medica agonistica ai nostri giocatori e pretendiamo ai Tornei la presenza di medico ed ambulanza.
Questo mix ci porta ad una reputazione riconosciuta, come dicevo, da diverse Union nazionali e da molti club di rugby con i quali si lavora sia per lo sviluppo del Touch FIT come sport ma anche per l’utilizzo del Touch FIT come forma di promozione per il rugby.
Altro punto importante è la presenza femminile. Nel Touch FIT a livello internazionale si fa molta attenzione alla presenza delle atlete e vi sono 3 categorie: uomini, donne e mixed (la più significativa, che vede in campo 3 ragazzi e 3 ragazze). In Italia e molti altri Paesi i campionati nazionali si giocano solo nelle categorie mixed.
In Italia, quest’approccio e questo tipo di organizzazione è riconosciuto ed apprezzato anche dai tanti giocatori di rugby che fino ad oggi hanno scelto di partecipare ai nostri tornei ed all’avventura delle nazionali italiane (Brendan Williams, Scott Palmer, Martin Jensen, Sinoti Sinoti, Samanta Botter, Michela Tondinelli, Sara Barattin, Elisa Facchini, Licia Stefan).
Una parola in più poi sugli arbitri italiani: sono rispettati ed apprezzati in Italia e all’Estero e ai nostri tornei in 4 anni non vi sono mai stati episodi di tensione ed a memoria una sola espulsione definitiva (per proteste).
Ecco questa è la comunità del Touch FIT di cui Italia Touch fa parte. Siamo un associazione rispettata in Europa e nel Mondo e chi e venuto a Villorba ha potuto vedere in prima persona come si gioca il Touch FIT e come i nostri volontari abbiano organizzato, con grande soddisfazione di tutti i nostri amici Europei, un torneo lungo una settimana. Tutti i risultati, MVP (Most Valuable Players) ecc si possono vedere su http://www.toucheuros.com/
Chi vorrà poi potrà assistere a Colorno il prossimo weekend (29-30 settembre) per le finali del campionato italiano e conoscere da vicino protagonisti ed amici del Touch.
Riccardo Brizzi
Presidente Italia Touch/President Italia Touch
(articolo pubblicato su Nprugby.it)