Sabato 19-12 la famiglia del touch si è allargata: gli Untouchables MiniOld Biella hanno vissuto il battesimo del campo e noi Leprotti siamo stati orgogliosi di aver partecipato alla loro prima partita ufficiale!
Il clima primaverile di un dicembre inoltrato e la bellissima struttura del Biella Rugby hanno reso ancora più piacevole l’evento e permesso ad un folto pubblico di tifare per i loro beniamini biellesi. Dal punto di vista sportivo abbiamo conosciuto tanti nuovi touchers grintosi e con tanta voglia di carpire i segreti del nostro bellissimo sport.
Ed il risultato finale? …boh… chi se lo ricorda! Quella era l’ultima cosa… ci ricordiamo invece molto bene il terzo tempo offerto dai MiniOld, la buonissima birra Menabrea, prodotta proprio a Biella, ed i numerosi under 8 e under 10 che rincorrevano il pallone ovale mentre i grandi brindavano.
“Ci avete fatto un grande regalo” sono state le parole di un giocatore del Biella per salutare i Leprotti: quale soddisfazione sportiva può essere più grande?
Giovanni
Da circa un mese, dopo i primi contatti informali con i Leprotti di Torino, a Biella la complessa macchina organizzativa dell’importante evento si era messa inesorabilmente in moto, ed in particolare, nell’ultima settimana, frenetici messaggi si rincorrevano sulla chat apposita creata su uazzappp…
Era difatti in corso una vivace disputa a causa del sugo con cui condire la pasta del terzo tempo e la spuntava al fotofinish un classico ragù ,soppiantando di pochi voti un sugone imperiale di pesce… insomma, l’eccitazione era ai massimi livelli…
Finalmente eccoci a sabato 19 dicembre 2015, the big Saturday, giornata spettacolare in questo inverno/primavera, le montagne biellesi come splendida cornice allo Stadio del rugby di Biella dove tutto è pronto per accogliere la compagine torinese…
E’ la nostra prima partita con una squadra ufficiale di touch rugby e non possiamo fallire.
Noi tranquilli come dei bebè, ci lanciamo segreti sguardi di intesa mentre ci cambiamo nello spogliatoio, occhiate sornione di chi ha la situazione sotto controllo, di chi sa quello che fa’…
Entriamo nel campo, abbacinanti nella nostra divisa bianca, seguiti da uno stuolo di fotografi che immortalano le fasi del (breve per carità!!!) riscaldamento tra gli urletti del folto pubblico presente, foto di rito delle squadre in posa e due parole per chiarire le regole con l’arbitro internazionale designato a dirigere il match. In questa fase appare subito evidente che costui, il sudafricano C. V., di touch rugby non ne capisce una beata, anzi è un gioco che proprio non gli piace e non capisce cosa ci sia di divertente senza una mischia o un placcaggio…
I Leprotti si guardano tra di loro come smarriti ma si trova un compromesso a gesti (tutti fanno cenno di si con il capo ma in realtà nessuno parla inglese ne’ tanto meno l’afrikaaner) e, a Dio piacendo, si comincia!
Noi schieriamo un primo sestetto d’assaggio, uno specchietto per le allodole, una trappola nella quale i torinesi cascano subito infilandoci una meta pronti via, noi ribattiamo con una segnatura, loro ci ricascano e ce ne fanno un paio… che polli!!
Capito l’andazzo della partita e sicuri delle nostre capacita’ atletiche frutto di un allenamento massacrante, iniziamo il balletto dei cambi tattici, una coreografia scaligera che costringe i nostri avversari ad interrompere per pietà una azione perché siamo rimasti 3 in campo…
C.V. di sua sponte (grazie al Cielo) interrompe il primo tempo a metà (10 minuti) e concede un meritato riposo di qualche minuto che passiamo stretti gli uni agli altri a sentire il nostro capitano che farnetica ansimando di difesa, attacco, cambi, tocchi, finché arriva la birra e C.V., a gesti, ci fa’ capire che è ora di ricominciare prima che la situazione sfugga al controllo.
I restanti tre quarti della partita li passiamo ad affinare la nostra tattica che da’ i suoi frutti fissando il risultato finale su tanto (per i Leprotti) a poco, con un seguito travolgente in cui i nostri avversari, sempre per pietà, propongono un’ulteriore appendice dell’incontro a squadre miste.
Qui si registra un arbitraggio impeccabile da parte di giocatori torinesi che, a turno, dirigono il gioco e ci dispensano consigli e chicche preziose, finché anche il più irriducibile atleta in campo non comincia ad avere le traveggole ed è il momento dei complimenti, delle pacche sulle spalle, delle caraffe di birra e anche qualche spritz…
Il terzo tempo è un’apoteosi di fratellanza universale al ragù, nel quale le differenze di accento, di religione, di look, di sesso e di età vengono cancellate dai brindisi e dalle simpaticissime usanze del clan biellese che immediatamente fanno breccia e scaldano i cuori dei giocatori e dei simpatizzanti.
La nostra prima partita… ci sono cascati… che polli!!!
Michele